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Passo dopo passo, guida alla raccolta e conservazione delle sementi

Utilizza i semi dei tuoi pomodori!

Hai una pianta nel tuo orto, giardino o terrazzo, che ti dà pomodori incredibilmente deliziosi e che vorresti gustare anche l'anno prossimo? Nelle nostre istruzioni passo dopo passo, ti mostreremo come estrarre facilmente i semi dai pomodori appena raccolti.

Ottieni le sementi per il futuro dal tuo raccolto

Nell’orto, in serra o sul balcone, i pomodori sono immancabili. Ciò è dovuto anche alla grande varietà di tipologie: ciliegini, datterini, Cuore di bue, San Marzano e decine e decine di altre; anche i colori sono diversi: gialli, arancioni, striati… Una scelta diversificata che corrisponde anche a una grande differenza di sapori e di destinazioni; esistono anche tipologie di pomodori da essiccare appesi al sole, se le condizioni ambientali sono idonee, nel rispetto di antiche tradizioni dell’Italia meridionale e costiera.

Se hai una varietà preferita che vuoi coltivare di nuovo nel prossimo anno, puoi facilmente ottenere le sementi dal tuo raccolto. Tuttavia, non tutti i tipi di pomodoro sono ugualmente adatti a questo scopo. Prima ti diremo quando e come puoi ottenere i semi di pomodoro e poi troverai, in questo articolo, le indicazioni per capire da quali tipologie puoi avere un buon risultato e quali, invece, non sono adatte alla riproduzione da seme.

Quando raccogliere i semi di pomodoro?

Il periodo della raccolta dei pomodori inizia in luglio, a seconda del tipo di pomodoro, della regione e del clima. Se coltivi pomodori in serra, possono maturare anche in maggio-giugno. I pomodori maturi o anche troppo maturi sono particolarmente indicati per la raccolta dei semi, perché è nella completa maturazione che i semi saranno ben sviluppati. A seconda delle dimensioni e delle esigenze, puoi scegliere da uno a quattro pomodori da cui estrarre i semi; in un frutto ci sono infatti moltissimi semi.

PASSO DOPO PASSO

Come si ottengono i semi di pomodoro?

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    1° passo

    Scegli un pomodoro particolarmente maturo e taglialo a metà con un coltello.

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    2° passo

    Usa un cucchiaio per raschiare i semi dalla polpa, raccoglili in un setaccio (va bene anche il colino che usi per il tè) e sciacquali bene sotto l’acqua corrente fredda per eliminare la maggior parte di resti del succo e polpa.

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    3° passo

    Poiché la sola acqua corrente non è sufficiente per rimuovere la polpa che avvolge i semi come uno strato protettivo, dopo il lavaggio lasciali in un contenitore con acqua tiepida per uno o due giorni.

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IL LAVORO NON È ANCORA FINITO!

L'ultimo passo...

Dopo circa due giorni a bagno in un vasetto, tazza o piatto, lo strato di polpa si è staccato dai semi: lo puoi capire perché l'acqua è diventata leggermente lattiginosa, la polpa rosa si è staccata e galleggia sui semi che giacciono sul fondo, essendo più pesanti; è il momento di agire, perché i semi non devono rimanere troppo a lungo nell'acqua.

Rimetti i semi nel setaccio o colino e tienilo sotto l'acqua corrente per lavare i semi un’ultima volta prima di farli asciugare. Una volta ben sciacquati, stendi i semi su carta da cucina. I semi non devono essere uno sopra l'altro ma ben staccati l’uno dall’altro. Lascia che i semi si asciughino molto bene prima di riporli in una busta o sacchetto di carta, dove potrai conservarli per le semine del prossimo anno.

SE HAI POCA PAZIENZA…

Un sistema più rapido per ricavare i semi

Se la procedura sopra descritta ti sembra un po' troppo laboriosa, puoi anche provare a saltare i passaggi intermedi e lasciare asciugare i semi, con la loro polpa, direttamente sulla carta da cucina. La cosa importante è che tutto essicchi completamente; il rischio di questa procedura è che, se rimane polpa anche solo leggermente umida intorno ai semi, in ambiente caldo e umido si forma subito della muffa. Assicurati quindi che semi e resti di polpa siano completamente disidratati e asciutti prima di raccoglierli in un sacchetto per la conservazione invernale, fino al momento della semina di fine inverno-primavera.

L’AMBIENTE IDEALE PER UNA CONSERVAZIONE OTTIMALE

Trova un posto asciutto, fresco e buio per i tuoi semi

I semi hanno una durata di conservazione particolarmente lunga se conservati in una confezione ben chiusa; va bene anche un sacchetto di carta, a condizione che il luogo in cui sono conservati i semi sia asciutto, buio e fresco, senza umidità. Un suggerimento importante: scrivi, sul sacchetto o bustina, quando hai raccolto i semi di pomodoro e di che tipo di pomodoro sono; è quasi certo che l’anno dopo farai fatica a ricordarti data e tipo del pomodoro che hai utilizzato per i semi!

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Quando utilizzare i semi?

Puoi seminare semi di pomodoro ancora freschi?

In linea di principio, i semi di pomodoro possono essere seminati anche subito dopo averli estratti dalla polpa. C'è anche chi, semplicemente, pone nel terriccio di un vasetto una fetta di pomodoro ricca di semi. Se il substrato rimane leggermente umido, le prime piantine si faranno presto strada attraverso la terra. In effetti, questo metodo può funzionare, ma le condizioni di germinazione dei semi non sono ottimali. Meglio dunque prendersi il tempo e la pazienza di pulire e far asciugare i semi come descritto nelle istruzioni sopra riportate, per poi conservarli fino alla primavera successiva. E da fine febbraio/inizio marzo puoi ricominciare a seminare!

Quali sono i pomodori che danno semi da utilizzare?

Non tutte le tipologie di pomodoro offrono sementi che danno risultati confortanti, ci sono infatti importanti differenze tra i diversi tipi di pomodori. Da molto tempo, sia in agricoltura che nelle coltivazioni ortive si utilizzano varietà di pomodoro ibride, ovvero create da incroci effettuati in laboratorio. Si tratta di selezioni resistenti alle malattie e con determinate caratteristiche nella produzione di frutti, e quindi più interessanti anche perché spesso molto robuste e molto produttive, ma non sono riproducibili da seme. Le varietà antiche e locali in passato avevano invece la caratteristica di offrire semi che garantivano l’ottenimento di piantine della stessa tipologia, anno dopo anno. Le sementi di pomodori antichi possono offrire risultati curiosi: a volte la medesima pianta può generare frutti con caratteristiche diverse, in maniera spontanea e naturale, per esempio a cuore e tondi, oppure costoluti e tondi… e altro ancora. A volte anche le foglie nascono dalla stessa pianta con forme diverse!

È particolarmente interessante raccogliere e riutilizzare le sementi di varietà antiche e locali, perché spesso hanno caratteristiche preziose non solo di sapore, ma anche di resistenza e adattabilità alle condizioni locali. Qualche esempio: Costoluto di Parma, Pantano Romanesco, Canestrino, Principe Borghese, Costoluto Fiorentino… I semi di queste varietà non F1 sono anche reperibili sul web.

Puoi propagare gli ibridi di F1?

Prima di tutto, cos’è un ibrido F1? Si tratta di varietà ibride, ossia incroci fra tipologie diverse, ottenute attraverso un lungo e complesso lavoro riproduttivo che consente di ottenere un F1, ossia un ibrido di prima generazione, con frutti che hanno specifiche caratteristiche. Se avevi acquistato piantine di varietà di pomodori F1, è molto probabile che dai suoi semi non si possano ottenere risultati ottimali: a volte proprio non nasce nulla, oppure nascono piante deboli e con scarsa produttività e non della stessa tipologia. In genere comunque l’ibrido F1 non dà semi sterili, ma non potrai ottenere comunque ottenere lo stesso tipo di pomodori.

Vogliamo anche chiarire un dubbio che molti hobbisti hanno: ibrido non vuol dire OGM, un ibrido è semplicemente un incrocio ottenuto da varietà diverse, pratica che l’uomo ha sempre fatto fin dagli albori dell’agricoltura proprio per migliorare le caratteristiche del raccolto.

Bella idea regalo

Se coltivi vecchie varietà di pomodori nel tuo orto, i semi di queste piante sono un vero regalo per i tuoi amici e vicini di casa, anche per conservare tipologie di pomodori che anche se non più commercializzate sono ottime!

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